Teatro

Città del Teatro di Cascina: tradizione e nuova drammaturgi

Città del Teatro di Cascina: tradizione e nuova drammaturgi

Per i teatri che producono cultura contemporanea e che tentano di trasmettere alle nuove generazioni il senso etico del teatro, diviene sempre più determinante il confronto artistico tra tradizione e nuova drammaturgia. Simbolo di questa tendenza è il segno che, da sempre, presenta il cartellone di spettacoli proposti dal nostro teatro, alternando artisti e generi che, con particolare originalità, cercano di interpretare le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo. Particolarmente originale sarà proprio l’inaugurazione della nostra stagione con la presentazione, in un’unica serata suddivisa nei diversi spazi della CITTA’ DEL TEATRO, di tre giovani compagnie selezionate al Premio Scenario 2005: il Teatro Sotterraneo, gruppo fiorentino da noi scelto anche per una residenza produttiva, con 11/10 in apnea, vicenda reale attraversata da incursioni immaginarie, Daniele Timpano, autore-attore, regista che porta in scena il suo Dux in scatola autobiografia d’oltretomba di Mussolini Benito e di QuaLiBò – visioni di (p)Arte, gruppo di recente formazione che presenterà Sur, città antica scomparsa e rimasta sospesa nel tempo. Protagonisti più noti sono invece presenti nella ormai consueta sezione dedicata al comico d’autore: Gene Gnocchi, con “La neve e l’arte di scioglierla senza farla bollire” si presenta nei panni di un ex drammaturgo ed ex assicuratore che, girando nei teatri italiani a fare proseliti, traghetta gli abbonati delle prime file e gli spettatori occasionali verso un’esistenza perfetta, adottando gli insegnamenti di un corso rivoluzionario che consente di cambiare radicalmente la propria esistenza; Daniele Luttazzi, con il suo nuovo monologo "Come uccidere causando inutili sofferenze", un nubifragio di rabbia intelligente e di dissenso che ristora le menti inaridite dalla calura reazionaria di questi anni folli, immaginando le favolose avventure di un Luttazzi spedito in Iraq in missione dal Governo per risollevare il morale delle nostre truppe; David Riondino e Dario Vergassola in TODOS CABALLEROS ovvero… “ballate per Don Chisciotte y Sancho Panza” in cui un duo comico d’eccezione, scambiandosi i ruoli, presenta la vita come una grande avventura in cui il mondo non può che essere l’incantamento e l’inganno di un mago maligno da smascherare, oggi come ieri e come sempre; la Banda Osiris con “Superbanda” fantasmagorici musicisti che giocano con le note e con i suoni dando vita ad un bricolage musicale sospeso a mezz’aria tra il varietà, la clownerie, il mimo, il cabaret e il classico concerto. L’attenzione al teatro contemporaneo è assicurata dalla presenza di alcune tra le esperienze artistiche più significative e prestigiose del nostro teatro: il ritorno della straordinaria compagnia di Pippo Delbono con Il silenzio, spettacolo che parte dalla memoria del devastante terremoto della vecchia città di Gibellina non tanto per raccontare un fatto storico quanto per soffermarsi su l'attimo eterno che racchiude il silenzio della vita e della morte, in un luogo in cui riemerge un mondo di infanzia e di vecchiaia che, proprio dal silenzio, trae i segni di una rinascita alla vita; Giorgio Barberio Corsetti con Argonauti, coproduzione tra Fondazione Musica per Roma e Fattore K, ispirato alle Argonautiche di Apollonio Rodio, spettacolo ambientato nei nostri tempi per evocare la violenza e la paura delle imprese del gruppo di eroi greci partiti alla conquista del Vello d’oro; la Socìetas Raffaello Sanzio/Scott Gibbons con il concerto The Cryonic Chants, una sorta di camera sonora in cui si sviluppa una parte dell’universo musicale del Ciclo della Tragedia Endogonidia che, in particolare, ha per oggetto l’alfabeto e il linguaggio verbale; Krypton con Ubu c’è in cui Giancarlo Cauteruccio si misura con un'opera che ha segnato l'origine del teatro moderno: “Ubu Roi” di Alfred Jarry, proponendo una messa in scena coerente con il suo ventennale percorso di ricerca poetica e visiva; Marco Paolini che porterà sulla scena il Sergente, spettacolo che affronta uno degli episodi più drammatici nella storia del nostro esercito: la ritirata dei soldati attraverso la taiga russa. Ormai allo sbando e circondati dall’Armata Rossa i personaggi del racconto, reali e non di fantasia, cercano di sopravvivere guidati dal giovane sergente Mario Rigoni Stern, che diventerà poi lo scrittore del romanzo. Da segnalare la collaborazione di Uri Caine che ha registrato musiche originali per lo spettacolo. Prende avvio con questa stagione il PROGETTO SUDD che prevede un gemellaggio della CITTA’ DEL TEATRO con artisti, festival e teatri del sud d’Italia e del mondo, presentando in anteprima toscana la nostra nuova produzione: “Una visita” atto unico di Beniamino Joppolo per la messa in scena di Antonio Alveario e Alessandro Garzella; lo spettacolo - da noi prodotto in collaborazione con il Teatro Regina Margherita di Racalmuto presieduto e diretto da Andrea Camilleri e Giuseppe Di Pasquale come primo frutto del progetto triennale “Beniamino Joppolo dalla Sicilia alla Francia: viaggio nell’immaginario di un autore italiano divergente” - è un piccolo viaggio nei turbamenti della memoria, una sorta di carosello tra ironia, poesia e disperazione sulla necessità di evocare quanto, delle nostre storie e delle nostre cose, abbiamo smarrito negli stridori della modernità; Joppolo è un autore siciliano visionario, crudo e solare, usa una lingua sincopata, una sorta di espressionismo mediterraneo duro e sottile che esprime la consapevolezza di una condizione umana tragica e burlesca; in questo atto unico si va controcorrente, rispetto alla materialità dell’esistenza e del consumo, rivendicando la vitalità di quella nostalgia che congiunge la spiritualità delle cose del passato con quella del presente e del futuro, fino a percepire la radice di un mistero che unisce ciascuno di noi a un universo collettivo; la presentazione di alcune tra le collaborazioni aperte con artisti siciliani prevede anche la presenza della Compagnia di Franco Scaldati con “Il pozzo dei Pazzi” considerato tra i testi italiani più importanti della seconda metà del novecento; in questa nuova edizione, recentemente prodotta per il festival di Gibellina, Scaldati misura l’attualità di un testo che trova la propria forza nell’immediatezza della lingua e nella autenticità dei temi affrontati attraverso lotta per la sopravvivenza di due barboni in bilico tra dannazione e santità; il Teatro Libero Palermo, altro riferimento di collaborazione inserito nel progetto, presenterà “Teatro senza animali” di Jean-Michel Ribes, per la regia di Beno Mazzone. Brevi storie che hanno per origine il deragliamento del quotidiano e che condiscono di peperoncino le nostre abitudini, travolgendo il corso della vita, i convincimenti e le idee, attraverso il paradosso, l’assurdità di alcune situazioni in cui non rimane che ridere, o sorridere, per poter a riflettere, ma… non troppo. In occasione del sessantesimo aniversario del diritto al voto alle donne abbiamo pensato una sezione di spettacoli al femminile, presentando donne protagoniste di storie, emozioni o idee del nostro tempo. “L’ultimo Harem” di Angelo Savelli con Serra Yilmaz - coprotagonista del film Le fate ignoranti - e Valentina Chico in cui due donne sognano improbabili fughe dalla prigione del loro malessere quotidiano; malessere che troviamo anche nell’intimità delle parole della “Romanina: la nascita di un cigno” con Anna Meacci, attrice, che al suo attivo include numerosi interventi sulle storture della normalità e che, in questo spettacolo, tra ironia e pietas, ripercorre la storia di chi fu tra le prime in Italia a cambiare sesso; la cronaca di venti anni di storia riaffiora anche in “Barber’s shop” recente produzione della Città del Teatro in collaborazione con Armunia per la regia di Alessio Pizzech, testo di Alberto Severi, con Stefania Graziosi, Alessia Innocenti e Letizia Pardi. Storia di attentati e di bombe che si intreccia alle vicende personali di tre sorelle che vivono il dramma di aggressioni familiari, politiche e sessuali nella Firenze di fine millennio. Franca Valeri e Annamaria Guarnieri, due mostri sacri dello spettacolo italiano, interpretano “Le Serve” di Giuseppe Marini, tratto da Jean Genet che, ispirandosi ad un fatto di cronaca avvenuto in Francia negli anni '30, racconta la storia di due cameriere, le sorelle Lemercier che passano il loro tempo a interpretare Madame nella casa ove prestano servizio, scambiandosi, di volta in volta, i ruoli della protagonista e della serva. Nella loro follia, in questo gioco di emulazione e perversione, arriveranno persino a tentare di ucciderla.. Donne perse e ritrovate nella follia, nella poesia, nella passione con la vita di Alda Merini raccontata da Mita Medici, uno spettacolo che vuole celebrare il delirio della solitudine. “Alda” non è uno spettacolo di poesie, ma è uno spettacolo sulla poesia e sulla vita di una poetessa tra le più suggestive e interessanti nel panorama della letteratura italiana contemporanea. Di tutt’altro segno il nuovo spettacolo di Angela Finocchiaro: “Miss Universo” che mostra l’eterna lotta tra l’Uomo e il Fornitore, cioè chi ci fornisce ciò di cui abbiamo, in determinati momenti, un disperato bisogno: un medico, la persona amata, un tecnico del frigorifero... Angela Finocchiaro si moltiplica in cinque personaggi, legati tra loro da una singolare ma coerente concatenazione di urgenze e necessità. All’insegna della contemporaneità anche il finale di stagione con due spettacoli di Copì - “Il frigo” della compagnia Teatri di Vita con Eva Robin’s e “L’omosessuale o la difficoltà di esprimersi” di Egum Teatro. Copi fu disegnatore umoristico, commediografo e scrittore; la sua opera è uno spietato atto d'accusa al potere, parodia della commedia umana, nell'inconcludenza programmatica delle sue creature, del loro bisogno di amare e di essere amate tra le inquietudini di una realtà ferocemente metaforica e surreale. Dopo il successo della scorsa stagione ritorna infine Fosfeni la rassegna di musica elettronica applicata alle immagini, che nuovamente ospita in esclusiva i protagonisti della scena contemporanea europea. Apre il norvegese Biosphere, che lo scorso anno fu costretto a rinviare il concerto, seguito dalla berlinese AGF cantante dei Laub, sempre più coinvolta nella ricerca tra musica e poesia insieme allo sperimentatore finnico Vladislav Delay. La parte del leone la fanno i gruppi inglesi, con il rilancio degli strepitosi Orb dopo quattro anni di silenzio e la presenza di Chris & Cosey, gruppo di culto nato oltre venti anni fa da una costola dei Throbbing Gristle. Fosfeni è un progetto della Città del Teatro in collaborazione con Musicus Concentus.